L’infinito
Ho scelto il simbolo dell’infinito rappresentato da due cuori che si intersecano perché per me la vita è un continuo cerchio che si interseca, dove uno degli aspetti più importanti è il connettersi al nostro cuore. Il cuore non è soltanto l’organo che batte nel nostro petto, è un posto da dove possiamo vedere la realtà e noi stessi con occhi “puri” senza essere influenzati dai pensieri e dalle nostre idee. E’ ciò che ci connette a noi stessi, agli altri ed è un luogo all’interno di noi che ci fa sentire le diverse emozioni e sentimenti. Anche questo è un qualcosa che vedo come un flusso e un unirsi e questo movimento a un livello più ampio è infinito.
Le origini
Il simbolo dell’infinito che tutti conosciamo può essere accostato ad una figura obliqua di otto, è conosciuto con il nome di Lemniscata. Per alcuni questo simbolo rappresenta, secondo un’interpretazione in chiave moderna, l’eternità. Tuttavia, secondo altre interpretazioni la connessione con l’infinito deriva dal suo originario significato di perfezione, dualità e di flusso vitale costante.
Con significato simile a quello del simbolo dello scarabeo e della croce egizia, esso rappresenta il ciclo vitale.
Il simbolo dell’infinito non è un nuovo simbolo: attraverso i secoli e le varie culture esso è stato usato per rappresentare concetti e idee diverse. C’è un significato ritualizzato particolare in alcune zone dell’India e del Tibet, dove il simbolo rappresentava la perfezione e l’equilibrio tra il genere maschile e quello femminile, una sorta di Yin e Yang insomma. Il segno dell’infinito appare anche in una serie di mistici disegni di nodi celtici, che proprio come il simbolo dell’infinito non hanno né fine né inizio. I disegni del nodo celtico in realtà portano molta somiglianza con il Simbolo del doppio infinito, che è una rappresentazione della “doppia assolutezza”. Alcune rappresentazioni del serpente divino Yormungand farebbero proprio riferimento a questo.